Irlanda
I tuoi esuli parlano lingue straniere,
si addormentano soli sognando i tuoi cieli.
E’ in un giorno di pioggia che ti ho conosciuta,
il vento dell’ovest rideva gentile.
cit. Modena City Ramblers
I tuoi esuli parlano lingue straniere,
si addormentano soli sognando i tuoi cieli.
E’ in un giorno di pioggia che ti ho conosciuta,
il vento dell’ovest rideva gentile.
cit. Modena City Ramblers
Le isole hanno sempre storie travagliate e difficili da capire per chi sta dall’altra parte del mare.
Il mio primo inconsapevole incontro con l’Irlanda avvenne durante i mondiali di calcio del 1990: Cagliari fu scelta per ospitare il girone infernale (sugli spalti ma non meno in campo) con Irlanda, Inghilterra, Olanda ed Egitto.
Ho sbiaditi ricordi, rafforzati dai tanti video visti in seguito, dei tifosi con tricolori irlandesi tenuti a distanza (ma non sempre con successo) da quelli con union jack inglesi.
A scuola mi è sempre stato difficile capire gli intrecci tra Irlanda, Irlanda del Nord, Eire, Ulster, Regno Unito, indipendentisti, unionisti, lealisti, cattolici e protestanti.
L’Irlanda è per questo sempre stata nella mia lista dei viaggi da fare.
E l’Irlanda per me è sempre stata l’isola, nella sua interezza. Ma ho sempre guardato Belfast con più attrazione rispetto a Dublino.
Solo andandoci ho però capito la sua storia, fatta di lacrime e tanto sangue, tanto bloody, che ha inondato i vicoli, non solo il sunday.
Vediamo intanto di capire il significato delle varie parole:
Irlanda: geograficamente è ciò che la natura ci mostra: un’isola senza frontiere, verdissima a tal punto da essere denominata l’Isola Smeralda.
Politicamente è invece un discorso molto più complesso in quanto l’isola si dividerebbe in Eire (o Repubblica d’Irlanda) e Irlanda del Nord.
Irlanda del Nord: separata dallo Stato Libero di Irlanda nel 1921, la sua popolazione era composta a maggioranza da protestanti discendenti dei coloni provenienti dal Regno Unito, e quindi lealisti al regno di origine.
Formalmente, il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, è composto da quattro nazioni: Inghilterra, Scozia, Galles e appunto Irlanda del Nord.
Ma le parole “Nazione”, “Stato” e “Paese” implicano un’autodeterminazione che l’Irlanda del Nord non ha mai avuto.
Il termine “provincia” non andrebbe bene in quanto la reale provincia sarebbe l’Ulster, che però comprende anche territori sotto la sovranità della Repubblica d’Irlanda.
“Regione” potrebbe essere il nome che, pur se comunque errato, potrebbe identificare meglio l’Irlanda del Nord.
Stato libero d’Irlanda: nelle elezioni britanniche del dicembre 1918, il partito indipendentista irlandese Sinn Féin conquistò 73 dei 106 seggi spettanti all’Irlanda nella Camera dei Comuni di Londra. I membri eletti si rifiutarono però di riconoscersi all’interno del Regno Unito e proclamarono l’indipendenza della Repubblica Irlandese.
Il 21 gennaio iniziò così la Guerra d’Indipendenza Irlandese.
Da una parte l’IRA, l’Esercito della Repubblica Irlandese costituito da volontari cattolici, usava principalmente la guerriglia per attaccare giudici, militari britannici, polizia (Royal Irish Constabulary), paramilitari (Black and Tans, creati da Winston Churchill) e bruciando caserme .
Dall’altra parte le forze della Corona Inglese portarono avanti una brutale campagna contro tutta la popolazione irlandese, considerandola totalmente legata all’IRA e finendo per ingrandire realmente le fila del nemico.
Infiniti furono omicidi e ferimenti di persone disarmate, arresti arbitrari, rastrellamenti casa per casa, irruzioni in abitazioni private, saccheggi nei negozi con successivi incendi, contro repubblicani e cattolici.
L’11 luglio 1921 si giunse a una tregua che decretò la fine della guerra, costata circa 1.500 vittime.
Il Trattato Anglo-Irlandese riconosceva uno stato irlandese con il nome di Stato Libero d’Irlanda (in gaelico Saorstát Éireann, in inglese “Irish Free State”).
Le sei contee dell’Irlanda del Nord poterono scegliere il loro destino.
Essendo la maggioranza protestante e leale al Regno Unito, non si unirono allo Stato Libero d’Irlanda.
Eire: Le elezioni del 1932 vennero vinte dal partito repubblicano e antibritannico Fianna Fáil e il 29 dicembre 1937 fu promulgata una nuova costituzione, con la quale lo Stato Libero d’Irlanda divenne Éire.
Solo il 18 aprile 1949, con il Republic of Ireland Act, l’Eire divenne una repubblica a pieno titolo, togliendo definitivamente al sovrano del Regno Unito ogni diritto e prerogativa precedentemente in suo possesso.
L’Eire abbandonò il Commonwealth, aderì alle Nazioni Unite nel 1955 e in seguito, nel 1973, alla CEE (ora Unione Europea).
Ulster: spesso viene erroneamente considerato un sinonimo di “Irlanda del Nord”. Invece è solo la provincia che comprende 6 contee sotto la sovranità del Regno Unito e 3 contee sotto la Repubblica d’Irlanda.
Regno Unito: formalmente, il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, è composto da quattro nazioni: Inghilterra, Scozia, Galles e appunto Irlanda del Nord.
In realtà include anche altri territori in giro per il mondo: Gibilterra, Territorio Antartico Britannico, Territorio britannico dell’Oceano Indiano e le isole Anguilla, Bermuda, Cayman, Turks, Caicos, Vergini, Montserrat, Falkland, Sant’Elena, Ascensione, Tristan da Cunha, Georgia del Sud, Sandwich Meridionali e Pitcairn.
Bisogna inoltre considerare i Reami del Commonwealth, territori in cui il Capo di Stato è il sovrano del Regno Unito: Antigua e Barbuda, Australia, Bahamas, Barbados, Belize, Canada, Giamaica, Grenada, Isole Salomone, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Tuvalu.
indipendentisti, nazionalisti e repubblicani: questi termini indicano gli Irlandesi che vedono l’intera Isola d’Irlanda come una nazione repubblicana indipendente.
unionisti: a differenza di quanto si possa pensare, gli unionisti non vogliono l’unione tra Repubblica d’Irlanda e Irlanda del Nord, ma difendono l’unione dell’Irlanda del Nord al Regno Unito e alla comunità protestante.
lealisti: sinonimo di unionisti, indica appunto coloro fedeli e leali al Regno Unito.
Il termine venne usato dalla metà del 1700 per indicare i protestanti che si opponevano ai cattolici e ad una maggior indipendenza dell’Irlanda dal Regno Unito.
cattolici: la Chiesa cattolica è la Chiesa cristiana che riconosce l’autorità al Papa, il vescovo di Roma, successore dell’apostolo Pietro.
Nella storia d’Irlanda, si tende a generalizzare i cattolici come gli Irlandesi indipendentisti, nazionalisti e repubblicani.
Ma non tutti i cattolici sono tali, e non è tale solo chi è cattolico.
protestanti: seguaci della protesta del frate Martin Lutero agli inizi del 1500, non riconoscono alcuna autorità al Papa.
Dopo il Trattato Anglo-Irlandese, in Irlanda del Nord la maggioranza protestante leale al Regno Unito aveva corsie preferenziali e quasi esclusive per il lavoro, l’assegnazione delle case popolari e dominio alle elezioni grazie a sistemi elettorali organizzati a tale scopo.
Arrivo all’Aeroporto Internazionale di Belfast e dopo il controllo documenti alla dogana, vengo fermato dalla polizia. Domande semplici ma ripetute più volte in stile interrogatorio. La Brexit qui mette più paura che altrove e lo capirò presto.
Un ottimo banco prima dell’uscita dell’aeroporto mette a disposizione mappe e informazioni su tutto ciò che offre l’isola irlandese.
Di certo non mancano tour a piedi o in taxi per vedere i murales realizzati dalle opposte fazioni in guerra, sia in ricordo dei rispettivi morti che dei motivi che hanno insanguinato le città.
Sono venuto qui proprio per vivere e capire questo.
Raggiunta la stazione centrale, si vede quasi subito un grande murales che indica l’arrivo in Sandy Row. I dipinti in questa via sono tutti unionisti e lealisti. Ancora più aspri saranno quelli nella zona di Shankill Road. D’altronde il gruppo dei “Macellai di Shankill” divenne tristemente noto durante la guerra e qui, a luglio, si festeggia ancora invocando la morte dei cattolici.
Le opere indipendentiste repubblicane riempiono invece i muri intorno a Falls Road. Accanto alle immagini di chi diede la vita, si notano i legami indipendentisti (dediche a Paesi Baschi e Catalogna) e di sinistra (Palestina, Cuba, Africa).
Belfast sembra davvero divisa in due parti opposte e costantemente in guerra.
I morti in città sono stati oltre 1.500 e l’odio non si chiude dentro una bara, ma da lì ne esce fuori con maggiore prepotenza.
A conferma di ciò, le due comunità sono ancora separate da un alto muro. Niente a che vedere con i resti del Muro di Berlino, questo è ancora “funzionante” e forse indispensabile.
Tanto che dalle 20.00 alle 06.00 i cancelli vengono chiusi impedendo l’accesso a chiunque. Solo la quasi costante pioggia fa intravedere i colori di una pace lontana da essere raggiunta.
Oltre tutto ciò, Belfast fu il centro mondiale specializzato nella costruzione di navi. Dal cantiere navale Harland and Wolff uscì anche il Titanic.
Visitare il museo è quindi imperdibile anche se forse sono uscito un pò deluso.
Mi sarei aspettato di trovare una fedele ricostruzione degli ambienti invece tutto è incentrato sulla sua costruzione (bello il percorso nel trenino che fa capire le condizioni di lavoro) e sul suo unico viaggio, terminato in fondo al mare.
Pensa alla città che odi di più e immagina di anteporre quel nome alla tua città.
Questo succede agli abitanti nazionalisti cattolici di Derry. Nel 1613 i britannici chiamarono questa città Londonderry e così continuano a chiamarla i protestanti unionisti lealisti. Il nome Derry/Londonderry compare in alcuni cartelli stradali prima che il nome London venga cancellato dalla vernice (oppure aggiunto quando manca). Anche per il nome si fa una guerra quotidiana.
Questa città è diventata il simbolo della violenza del Regno Unito il 30 gennaio 1972. Quella domenica, durante una manifestazione pacifica dell’Associazione NordIrlandese per i Diritti Umani (NICRA) contro la detenzione senza processo, il 1° Battaglione del Reggimento Paracadutisti, considerato l’elite dell’Esercito Britannico, fece fuoco sulla folla disarmata, colpendo 26 manifestanti.
13 di essi, di cui 6 minorenni, persero la vita sull’asfalto. 4 mesi più tardi morì la quattordicesima vittima, a causa delle ferite riportate quel giorno.
Quella domenica è passata alla storia come il Bloody Sunday.
Il Bogside è il quartiere in cui si respira l’aria di quegli anni, sia nei murales che raccontano la storia, sia nelle persone che vi abitano e che sono felici di far capire la loro guerra.
Derry è una delle città più antiche d’Irlanda. Nel 1613 i coloni britannici iniziarono a costruire la città ispirandosi alla pianta urbana di Londra, chiamandola per questo Londonderry.
In 5 anni vennero costruite le mura della città e ancora oggi è possibile passeggiarci sopra, facendo così il giro del centro città e scendendo in corrispondenza delle 4 porte di accesso. Dopo oltre 4.000 anni sono ancora completamente intatte e mai scalfite.
Utile e incredibilmente bello!
Anche qui ovviamente sono presenti i quartieri protestanti unionisti lealisti, soprattutto nella zona al di là del fiume. Come a Belfast, i murales sono dedicati alle forze armate britanniche e al Regno Unito.
Il Selciato del Gigante è un reticolo di oltre 40.000 colonne esagonali di basalto, risultato di un’intensa attività vulcanica e geologica.
La scienza ci insegna che oltre 60 milioni di anni fa un’esplosione vulcanica sottomarina portò in superficie lava incandescente e un’enorme massa di basalto.
A contatto con il mare e il vento, la sua temperatura scese velocemente e si solidificò dando vita, con la pressione, a queste colonne alte sino a 25 metri.
Ma ovviamente un luogo simile non poteva che dar vita a leggende in cui i Giganti la fanno da padrone, dando anche il nome a questo sito magico.
Storia, tradizioni e cultura non possono che manifestarsi anche nello sport.
Per l’Accordo di Belfast del Venerdì Santo, firmato il 10 aprile 1998, un cittadino nordirlandese può scegliere la sua nazionalità (irish o british) e quale selezione sportiva andare eventualmente a rappresentare.
A livello di club, il Derry City è l’unica squadra del nord a giocare nel campionato irlandese.
Il campionato nordirlandese è ovviamente caratterizzato dalla diversità di base delle due comunità, che spesso sfocia in pesanti scontri in campo e fuori.
Il Linfield FC, squadra più titolata del campionato, è il simbolo dei protestanti, unionisti e lealisti di Belfast. Venne fondata a Sandy Row nel 1866.
Nella squadra, pur se non ufficialmente, vengono tesserati solo giocatori protestanti.
Il Glentoran è la storica rivale cittadina. L’altra squadra protestante di Belfast avrebbe potuto avere tra le sue fila il suo giovane tifoso George Best.
Fu però scartato dal club perché ritenuto troppo piccolo e leggero.
The Best indossò la maglia verderossonero solo in occasione del centenario del club, in un’amichevole contro il Manchester United.
Il Belfast Celtic era lasquadra che dal 1891 rappresentava quasi tutti i nazionalisti cattolici di Belfast. Ispirata al Celtic Glasgow sia nel nome che nei colori sociali, venne esclusa da tutti i campionati nel 1949 dopo violentissimi scontri in campo e fuori contro i nemici di Linfield e Glentoran.
Il Cliftonville è la squadra cattolica di Belfast e il club più antico dell’Irlanda del Nord.
Pur non essendo irlandesi, ci sono altre due squadre che occupano il cuore dei rispettivi tifosi, e il motivo è facilmente immaginabile.
Il Celtic Glasgow è la squadra cattolica della capitale Scozzese. I biancoverdi militano nella prima divisione scozzese dal 1888, anno della loro fondazione.
Nel 1967 riuscì a vincere tutte le competizioni in cui partecipò, compresa la Coppa dei Campioni, con un squadra totalmente composta da scozzesi cresciuti nel vivaio e nati entro 30 miglia dallo stadio Celtic Park.
L’altra metà dell’Old Firm, i Glasgow Rangers, sono ovviamente seguiti dai protestanti. Assenti per 4 anni dalla prima divisione scozzese a causa del fallimento del 2012 e conseguente ripartenza dalla quarta serie, gli orsi azzurri sono la squadra più titolata del mondo grazie a 119 trofei, tra cui 54 campionati, 33 coppe di Scozia, 27 coppe di Lega e 1 Coppa delle Coppe.
Eire e Irlanda del Nord hanno nazionali separate ed entrambe indossano la divisa verde.
In questo caso la separazione ha una storia particolare.
Tra il 1882 ed il 1924, l’intera isola d’Irlanda era rappresentata dalla nazionale organizzata dalla Irish Football Association (IFA).
Nel 1920, dopo dissidi all’interno dell’IFA e la divisione in Irlanda del Nord e Stato Libero d’Irlanda, alcuni membri si spostarono a Dublino fondando la Football Association of the Irish Free State (FAIFS), organizzando un proprio campionato ed una nuova rappresentativa nazionale.
Nel 1923, la FAIFS fu riconosciuta dalla FIFA come federazione nazionale dello Stato Libero d’Irlanda.
L’esordio internazionale avvenne alle Olimpiadi di Parigi del 1924, dove il 28 maggio lo Stato Libero d’Irlanda sconfisse 1-0 la Bulgaria, con storica prima rete dell’attaccante Paddy Duncan.
L’esordio casalingo avvenne il 14 giugno 1924, con vittoria per 3-1 sugli Stati Uniti al Dalymount Park di Dublino, con tripletta di Ed Brookes.
Il 25 febbraio 1934, lo Stato Libero d’Irlanda debuttò nella Coppa del Mondo pareggiando 4-4 contro il Belgio.
Il 21 settembre 1949 espugnarono 2-0 il Goodison Park di Liverpool, decretando la prima sconfitta interna della nazionale inglese.
Dal 1936, la FAIFS adottò la denominazione Football Association of Ireland, facendo scaturire un periodo di enorme caos: c’erano infatti due selezioni irlandesi attive e gestite da due Associazioni in conflitto tra loro.
Sia la IFA con sede a Belfast che la FAI con sede a Dublino rivendicavano la loro giurisdizione su tutta l’Irlanda, considerandosi in diritto di selezionare giocatori provenienti da tutta l’isola.
Vi erano circa 40 giocatori selezionati per rappresentare entrambe le squadre, ma la maggiorparte sceglieva di difendere la Repubblica d’Irlanda.
La FIFA fu costretta ad intervenire quando entrambe le squadre si trovarono a partecipare alle qualificazioni alla Coppa del Mondo del 1950.
I giocatori Tom Aherne, Con Martin, Reg Ryan e Davy Walsh giocarono per entrambe le selezioni nello stesso torneo.
Nati nello Stato Libero d’Irlanda, avevano esordito per la FAI prima di rappresentare anche la nazionale IFA.
La FAI chiese alla FIFA di impedire alla IFA di selezionare giocatori provenienti dalla propria area di competenza.
La FIFA risolse la situazione stabilendo che ogni federazione poteva selezionare i giocatori in base ai propri confini politici e nessuna delle due squadre avrebbe potuto chiamarsi semplicemente Irlanda, ma la squadra della FAI avrebbe dovuto chiamarsi Repubblica d’Irlanda mentre quella della IFA Irlanda del Nord.
La nazionale rappresenta tutta l’isola di Irlanda nel torneo del Sei Nazioni e in tutte le competizioni mondiali, adottando come stemma il trifoglio, spesso usato nelle manifestazioni sportive e associato anche alla festa nazionale di San Patrizio.
Quando la squadra giocava a Belfast veniva suonato l’inno britannico “God save the Queen”, mentre per gli incontri casalinghi disputati a Dublino si utilizzava l’inno della Repubblica d’Irlanda “Amhrán na bhFiann”. In occasione delle partite giocate in trasferta non veniva suonato alcun inno.
Dal 1995 l’Irlanda in trasferta viene accompagnata dall’inno “Ireland’s Call”, che, solo per le partite giocate a Dublino, viene anticipato da “Amhrán na bhFiann”.
Questa scelta ha ovviamente creato lamentele opposte: alcuni giocatori e tifosi provenienti dalla Repubblica d’Irlanda vorrebbero l’inno “Amhrán na bhFiann” anche in trasferta, altri giocatori e tifosi provenienti dall’Irlanda del Nord non vorrebbero sentire l’inno “Amhrán na bhFiann” quando si gioca a Dublino.
Il 24 agosto 2007, data del ritorno a Belfast dopo 54 anni per un’amichevole contro l’Italia, qualcuno chiese di far suonare l’inno “God save the Queen” accanto a “Ireland’s Call”.
La proposta venne rifiutata dalla federazione in quanto la partita venne considerata in trasferta (giocata fuori dall’Irlanda) e quindi bisognava suonare solamente “Ireland’s Call”.
La nazionale rappresenta tutta l’isola di Irlanda e l’inno ufficiale è “Ireland’s Call”.
I Belfast Giants sono tra i 10 partecipanti dell’Elite Ice Hockey League, il campionato del Regno Unito.
La nazionale rappresenta tutta l’isola di Irlanda e l’inno ufficiale è “Ireland’s Call”.