LINEE DI NAZCA: STORIA E MISTERI
COSA SONO LE LINEE DI NAZCA?
Le Linee di Nazca sono ancora oggi uno dei più grandi misteri archeologici da decifrare.
In un’arida pianura costiera del Perù, vicini alla città di Nazca e a circa 450 km a sud della capitale Lima, si trovano centinaia di geoglifi (disegni tracciati nel terreno) raffiguranti animali (balena, scimmia, cane, colibrì, ragno, condor, lucertola, airone, pappagallo e altri), piante, figure geometriche e disegni vari, estesi anche per alcuni chilometri.
Le linee, larghe dai 40 ai 210 centimetri e profonde massimo 30 centimetri, sono perfettamente dritte anche se attraversano colline, terreni accidentati e avvallamenti.
Sono state tracciate semplicemente spostando dal terreno le pietre rese scure dall’ossidazione, in modo che la ghiaia sottostante evidenziasse le figure con il suo colore giallo pallido e bruno-rossastro.
Tutti i disegni sono realizzati con un’unica linea continua, senza interruzioni.
La loro forma è comprensibile solo dall’alto e questo aumenta il mistero su come e perchè siano state create.
Il clima dell’altopiano di Nazca, caratterizzato da temperature stabili sui 25°C e piogge praticamente inesistenti, avrebbe salvaguardato le figure sino ai giorni nostri.
Dal 1994 sono riconosciute come Patrimonio dell’Umanità Unesco.
SCOPERTA DELLE LINEE DI NAZCA
Le prime testimonianze dell’esistenza delle Linee di Nazca risalgono al 1547, quando lo spagnolo Pedro Cieza de Leon parlò di “segni in alcune zone del deserto di Nazca”.
Tuttavia, all’epoca queste affermazioni non furono oggetto di indagine e vennero presto dimenticate.
Anche se alcune forme sono visibili dalle colline vicine, sono stati i piloti dell’aviazione peruviana a segnalare la loro presenza, dopo quasi quattro secoli.
Nel 1929 l’archeologo peruviano Julio Cesar Tello iniziò a studiarle, descrivendole come “strade sacre”.
Nello stesso anno l’antropologo statunitense Paul Kosok fece altrettanto insieme alla sua compagna, la tedesca Maria Reiche Neumann. La loro interpretazione puntava ad un gigantesco calendario solare e lunare con cui gli astronomi Nazca facevano previsioni sul raccolto e sulle piogge.
Maria Reiche Neumann ha dedicato tutta la sua vita a portare avanti le ricerche, a conservarle e a farle conoscere al mondo.
Grazie al suo lavoro, le Linee di Nazca sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1994.
CHI HA TRACCIATO LE LINEE DI NAZCA?
I test con il Carbonio 14 si sono rivelati inadatti per una datazione certa quindi i disegni nell’altopiano sono stati comparati con le ceramiche ritrovate a Cahuachi.
Alcuni scienziati ritengono che i disegni siano stati realizzati dalla civiltà Nazca in periodi diversi, dal 300 a.C. al XV secolo, quando i popoli mesoamericani furono progressivamente distrutti dai conquistatori spagnoli.
È possibile che abbiano realizzato disegni in scala ridotta per poi riprodurli sul terreno, moltiplicando le misure con un reticolato di pali e corde.
Tenendo conto che al livello del suolo non è possibile percepire se le figure siano disegnate correttamente o meno, si pensa che la costruzione venisse organizzata da un luogo sopraelevato.
Luogo che potrebbe essere stato una collina, ma alcuni studiosi dimostrarono che i Nazca avevano le conoscenze per far alzare in volo una mongolfiera.
COSA RAPPRESENTANO LE LINEE DI NAZCA?
Come purtroppo spesso accade, ciò che non riusciamo a capire immediatamente pensiamo non possa avere una spiegazione logica.
Sembra impossibile che civiltà vissute prima di noi avessero conoscenze scientifiche e ingegneristiche molto più avanzate delle nostre, al punto che ancora non riusciamo a capire come abbiano potuto erigere certe costruzioni o conoscere il cosmo meglio di noi.
Dato che il mistero è lontano dall’essere risolto, le ipotesi sono tantissime e impossibili da citare tutte. Vediamone però alcune.
Ipotesi religiosa
Un documento spagnolo del 1653 spiegava che nella capitale Inca di Cusco i santuari venivano costruiti lungo linee che partivano dal Tempio del Sole.
Anche la tribù degli Aymarà, che viveva vicino al Lago Titicaca, disegnava delle linee molto simili per unire piccole costruzioni in pietra usate per funzioni sacre.
Allo stesso modo, alcuni studiosi considerano le Linee di Nazca come dei sentieri usati per fini religiosi.
I disegni hanno infatti una linea di ingresso e una di uscita, dopo aver percorso tutta la figura.
È facile quindi immaginare di attraversarla in fila indiana, come durante una processione.
Nelle vicinanze di alcune delle figure più grandi sono stati trovati cocci di vasi di ceramica, prodotti agricoli e animali marini.
Altri suppongono che i disegni vennero tracciati per essere visti dagli dei, che ovviamente vivevano in cielo.
Ipotesi astronomica
Le civiltà antiche hanno dimostrato conoscenze astronomiche molto più precise e avanzate delle nostre.
È logico quindi che un’ipotesi veda un legame con le osservazioni astronomiche.
Qualche figura ha orientamenti identici alle Pleiadi e ad altre costellazioni mentre alcune hanno punti di intersezione con albe o tramonti in determinati periodi dell’anno.
Le Linee di Nazca potrebbero essere un enorme calendario astronomico, con figure che rappresentano le costellazioni e linee che indicano la rotta celeste di determinati astri.
Chi vuole smontare questa tesi sostiene che non tutti i disegni hanno un identico posizionamento nella sfera celeste, quindi il mistero non può essere risolto, almeno esclusivamente, con un calendario astronomico.
Ipotesi geologica
Alcuni studiosi vedono nelle Linee di Nazca un luogo sacro in cui venivano fatti rituali per la pioggia e per la vitale ricerca di acqua.
Per diverse ragioni morfologiche, l’acqua che scendeva dalle montagne vicine veniva assorbita dal deserto ma continuava a scorrere sottoterra.
La civiltà Nazca seppe creare sofisticati ed ingegnosi acquedotti, collegati tramite condotte, da cui estraevano l’acqua dalle falde e dai fiumi a decine di metri di profondità.
In questo modo resero coltivabili territori molto aridi.
Ancora oggi è possibile vedere ampie oasi verdi con piccoli pascoli e coltivazioni di cotone, fagioli e patate.
Secondo questa ipotesi, i disegni delle Linee di Nazca indicano il posizionamento di fontane, pozzi, sorgenti, acquedotti ecc.
Ipotesi artistica
In ogni caso, le Linee di Nazca possono essere considerate la più grande opera grafica della Terra.
I disegni sono affascinanti e geometricamente perfetti, quindi una delle ipotesi suppone che questa sia una gigantesca galleria d’arte, progettata per essere osservata dall’alto.
E se questo fosse vero, bisognerebbe ammettere che oltre 2000 anni fa l’uomo sapeva già volare.
Nel 2015, un team di ricercatori dell’Università giapponese di Yamagata presentò la teoria secondo cui i geoglifi sono stati tracciati da almeno due culture e che il loro scopo è cambiato nel tempo.
Nati per culto religioso, in seguito vennero realizzati per adornare il percorso di pellegrinaggio verso la città pre-Inca di Cahuachi, capitale della cultura Nazca.
Ipotesi extraterrestre
Dato che una delle figure è chiamata “l’astronauta” per la somiglianza con l’aspetto che diamo ad esseri extraterrestri, non possono ovviamente mancare ipotesi su questo tema.
Le lunghissime linee e i giganteschi disegni di animali sarebbero un richiamo per “extraterrestri preistorici”.
Alcune rette perfette sono lunghe più di 8 km e una addirittura 65 km.
Potrebbero essere una pista di atterraggio per gli Ufo.
Oppure potrebbero essere stati proprio gli extraterrestri a tracciare i disegni, visibili solo dall’alto.
Una teoria simile ma per certi versi ancora più sconvolgente nasce dai tessuti usati dai Nazca.
I filamenti erano più stretti di quelli usati secoli dopo per costruire i dirigibili e non permettevano neanche all’acqua di penetrare.
Questo non significa che sapevano volare con mongolfiere o dirigibili, ma che avevano gli strumenti per poterlo fare.
Ipotesi dinosauri
Nel 1961, a poca distanza da qui, il fiume Ica inondò l’omonimo villaggio circostante, portando alla luce migliaia di pietre decorate.
La loro esistenza era già nota almeno 500 anni prima, dato che un cronista dell’epoca le descrisse come corredo dei nobili Inca.
Nel maggio del 1965 il contadino Felix Llosa Romero donò una di queste pietre al suo amico Javier Cabrera Darquea, chirurgo all’ospedale di Ica e docente di biologia e antropologia all’Università di Ica.
In quella pietra era però inciso un agnathus, pesce estinto migliaia di anni prima e sicuramente sconosciuto ai contadini peruviani.
Cabrera iniziò allora a comprare tutte le pietre simili, arrivando ad averne circa 15.000 che decise di esporre a proprie spese nella Casa della Cultura di Ica.
Le pietre sono fatte di andesite granitica, le dimensioni vanno da qualche centimetro a circa un metro e sono state incise prima che avvenisse l’ossidazione, ritenuta intorno al 12.000 a.C..
Questo significherebbe che quelle civiltà avevano conoscenze tecnologiche incredibili.
Ma ancora più sconvolgenti sono i temi dei disegni raffigurati: dinosauri e animali estinti, astronomia, mappe di antichi continenti, cataclismi, medicina e operazioni chirurgiche.
Insomma, i disegni sulle pietre di Ica mostrano conoscenze avanzatissime che una civiltà primitiva (secondo noi) non avrebbe dovuto avere, e figure di animali estinti millenni prima della presunta nascita dell’uomo.
Inoltre rappresentano anche interazioni tra uomini e dinosauri con atteggiamenti simili a quelli che oggi abbiamo con i nostri animali domestici.
Se non si volesse ammettere che uomini e dinosauri abbiano convissuto, bisogna però accettare che 12.000 anni fa i nostri antenati abbiano trovato e studiato fossili di dinosauri.
Che legame hanno le pietre di Ica con le Linee di Nazca?
Tra i vari disegni ce ne sono alcuni dove gli uomini cavalcano pterodattili, osservando uno stegosauro con un cannocchiale.
E se le Linee di Nazca fossero state osservate in questo modo?
Ovviamente questa tesi viene smontata principalmente in due modi.
Alla maggiorparte degli scienziati basta il riferimento alla “teoria dell’evoluzione di Darwin” e alla conseguente impossibilità di convivenza tra i dinosauri (si dice estinti 65 milioni di anni fa) e i primi ominidi (Australopiteco comparso circa 4 milioni anni fa e Homo Habilis circa 2,5 milioni di anni fa).
Altri invece considerano le pietre di Ica una bufala creata dai contadini peruviani.
La qualità dei disegni e lo stile degli intagli ovviamente migliora nelle pietre scoperte in tempi più recenti.
Senza dubbio il clamore ha spinto molti falsari a decorare alcune pietre per venderle ai turisti come souvenir ma bisognerebbe anche distinguerle da quelle di cui si parlava 500 anni fa…
Ipotesi sportiva
Nel 1980 alcuni studiosi portarono avanti l’idea che l’altopiano di Nazca fosse una grande arena sportiva, in cui venivano organizzati “giochi olimpici”.
Le linee sarebbero state quindi dei circuiti in cui si svolgevano le competizioni.
COME VEDERE LE LINEE DI NAZCA
Prima della partenza
Il modo migliore per farsi una propria idea è sempre vedere di persona ciò di cui si parla.
Per vedere le Linee di Nazca bisogna arrivare nell’omonima cittadina peruviana.
Gli autobus Cruz del Sur collegano Nazca con Lima, Paracas, Arequipa, Cusco e Puno.
Ma come ho detto, l’unico modo per vedere i disegni è dall’alto.
La tappa imprescindibile è quindi l’aeroporto di Nazca, dal quale quotidianamente partono i piccoli aerei che sorvolano il deserto.
Con quasi due mesi di anticipo, dopo aver letto tante recensioni, prenotai il sorvolo con la compagnia Aeroparacas.
Arrivato nei loro uffici il giorno prescelto, non c’era traccia delle nostre conversazioni ma pago comunque 90 euro per un volo che sarebbe decollato dopo circa due ore.
Nel piccolo aeroporto viene controllato il passaporto e si viene pesati. Questo passaggio è fondamentale perchè si volerà su piccoli Cessna e l’aereo deve essere bilanciato.
La serietà di Aeroparacas, con me, è stata inesistente.
Nonostante avessi pagato in anticipo, sono stato messo in lista d’attesa, avvertito più volte che forse l’aeroporto stava per chiudere a causa delle tempeste di sabbia, per poi essere imbarcato poco dopo aver fatto una sfuriata memorabile.
Dopo 6 ore di paziente attesa.
Il volo
Il mio consiglio è quindi di recarsi la mattina presto autonomamente in aeroporto e chiedere nei banchi di tutte le compagnie l’orario di partenza e il prezzo migliore.
Orientativamente il costo è di circa 80 euro per vedere 12 figure in 30 minuti di volo, oppure 150 euro per 20 figure in 60 minuti.
Prezzi molto più alti non sono giustificati.
Come detto, gli aerei sono Cessna da 7 posti: il pilota, il copilota (che spiegherà ogni figura dando modo di riconoscerla velocemente, seguendo la punta dell’ala) e 5 passeggeri (due in prima fila, due in seconda fila e uno in coda).
Ognuno ha le cuffie per ascoltare il copilota e una mappa che indica la rotta dell’aereo e la posizione di ogni geoglifo.
Le figure non sempre sono distinguibili immediatamente e servirà concentrazione e immaginazione per riconoscerle in mezzo a tante linee che solcano il terreno. E servirà anche un’ottima vista.
Devi essere consapevole che il volo non sarà tranquillo ma l’aereo si inclinerà costantemente prima da un lato e poi dall’altro, per permettere a tutti di vedere le famose Linee di Nazca.
O meglio, per permetterlo a chi non soffre l’aereo e ci vede bene.
Se sai di aver paura di volare, di non saper gestire le inclinazioni dell’aereo, se soffri di vertigini o se non vedi bene da distante… lascia perdere.
Ed evita in ogni caso di fare colazione prima del volo.
Spenderesti almeno 90 euro per non distinguere nessun disegno o, peggio ancora, per trascorrere tutto il volo vomitando mentre, con gli occhi chiusi dalla paura, preghi di tornare a terra vivo/a.
Io mi sono seduto nel retro dell’aereo e questo mi ha permesso di vedere sia il lato sinistro che quello destro.
Ho filmato l’intero volo e solo all’atterraggio mi sono reso contro che gli altri 4 passeggeri avevano vissuto il peggior volo della loro vita, se non proprio il peggior incubo di sempre.
LE MIE CONCLUSIONI
L’unicità e i misteri delle Linee di Nazca rendono questo luogo una meta da visitare per riflettere su ciò che si vede.
Detto tra di noi, mi hanno affascinato più di Machu Picchu, ma questo non significa che mi hanno entusiasmato.
Anzi, mi hanno lasciato con tanti dubbi e perplessità.
Ovviamente non sono uno scienziato nè uno storico nè un geologo ecc ma viaggio per vedere il mondo con i miei occhi, analizzare e farmi le mie idee.
La prima cosa che ho pensato appena sceso dall’aereo è stata “non è possibile che questi disegni siano lì da 2500 anni, visto che gli aerei non possono volare per il vento e le tempeste di sabbia”.
Ci sono linee larghe 40 centimetri e profonde 30 centimetri: non è possibile che in 2500 anni pioggia e vento non le abbiano sepolte o che qualcuno non le abbia rovinate inconsapevolmente o per vandalismo.
È vero che alcune figure sono state ormai quasi completamente cancellate dalla costruzione della Panamericana o dalle tracce di pneumatici.
Alcuni disegni mi sono sembrati inoltre troppo “futuristici” per essere stati fatti 2500 anni fa.
Credendo che il clima rimasto invariato da millenni abbia protetto i disegni, la mia idea è che siano stati fatti da diverse civiltà e in tempistiche molto differenti.
Penso che le prime linee siano state fatte per motivi religiosi: si invocavano gli dei (magari ogni figura rappresentava una diversa divinità) e si facevano processioni percorrendo le linee in fila indiana.
Non ho nessun dubbio sul fatto che alcune civiltà antiche avessero conoscenze e specializzazioni molto più avanzate delle nostre attuali.
Per questo sono certo che non avrebbero avuto difficoltà a disegnare figure complesse e chilometriche usando pali e corde.
Ma soprattutto non nego a priori che potessero avere le capacità di guardarle dall’alto con oggetti volanti simili a mongolfiere o dirigibili.
La veridicità delle pietre di Ica e la conseguente tesi di convivenza, per giunta amichevole, tra uomini e dinosauri è affascinante ma forse più difficile da supportare rispetto alla precedente.
Le antiche civiltà (Maya, Aztechi, Egizi, Shardana, Babilonesi, Persiani ecc) avevano conoscenze astronomiche molto più avanzate delle nostre. Questo si è visto sia dai calendari che dalle loro costruzioni legate ad avvenimenti celesti in particolari periodi dell’anno (non solo albe e tramonti ma equinozi, solstizi, eclissi…).
Questo mi fa ovviamente pensare che alcuni disegni raffigurino costellazioni, rotte celesti o comunque eventi cosmici.
In parte insomma, le Linee di Nazca sono un calendario astronomico.
Mi sento anche di sostenere l’ipotesi artistica, anch’essa divisa in almeno due periodi storici.
Uno è legato al periodo in cui venivano effettuati dei pellegrinaggi verso la capitale Cahuachi.
Potevano essere delle indicazioni, delle preghiere o, perchè no, dei murales opera dei “giovani vandali writers Nazca”.
Il secondo periodo storico, o quantomeno l’ultimo, secondo me risale ai giorni nostri.
Alcune forme sono troppo futuristiche, quasi identiche a personaggi di film, fumetti o cartoni animati.
Forse sono troppo scettico, ma queste secondo me sono state fatte per “alimentare il mito” e creare nuove fonti di investimento e guadagno.
Cosa sarebbe la città di Nazca se non ci fossero le Linee?
Esisterebbe il flusso di turisti, viaggiatori, curiosi, scienziati, ufologi ecc se non ci fossero le Linee?
Esisterebbero le compagnie aeree, gli hotel e tutto l’indotto economico se non ci fossero le Linee?
Tu cosa pensi? Che idea ti sei fatto/a sulle Linee di Nazca?
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