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L’IDEA
L’eccessivo aumento dei prezzi aerei per il Messico mi fece rinviare quel viaggio all’anno successivo.
Scelsi allora di proseguire idealmente il viaggio dell’anno precedente in Transiberiana, tornando in Cina.
L’esperienza mi ha insegnato che spostarsi in più nazioni fa sembrare il periodo di viaggio più lungo di quanto realmente sia. Dovevo quindi scegliere dove andare.
PERCHÈ ANDARE
C’è uno Stato di cui si parla sempre male e quasi esclusivamente per sentito dire.
Le notizie che arrivano sono spesso inventate dato che pochissimi sono quelli che ci sono davvero andati.
Un viaggiatore deve vedere il mondo con i suoi occhi.
Qui più che altrove bisogna lasciare a casa ogni immagine preconcetta.
Le informazioni parlano di meno di 100 stranieri che si recano qui, di cui la maggiorparte sono cittadini Russi o Cinesi.
Questo incise tanto sulla mia scelta. Volevo essere uno dei pochissimi.
Il viaggio era deciso.
Ma era fattibile?
COME ANDARE
A dispetto di quanto si possa pensare, un viaggio nella Repubblica Popolare Democratica di Korea, Corea del Nord o abbreviato DPKR, è tra i più facili da organizzare. Proprio perchè non c’è niente da organizzare.
Sono bastati solo 3 giorni di email con l’agenzia autorizzata e alcuni documenti firmati per avere il visto (da applicare poi materialmente in ambasciata), i biglietti aerei da Pechino, gli alberghi, gli spostamenti, l’accesso ai luoghi principali e tutti i ristoranti inclusi.
Qui, come in ogni altro posto, un viaggiatore deve rispettare le leggi e le tradizioni del luogo. Tra l’altro, i comportamenti da rispettare sono ben spiegati nei fogli che si firmano, accettandoli. Criticarli dopo è irrispettoso e ingiusto.
PREGIUDIZI, PARAOCCHI E MALDICENZE COMUNI
Forse nessuno Stato al mondo è così poco conosciuto personalmente ma inversamente criticato.
Questo dimostra che la quasi totalità dei racconti sono frutto di invenzioni, pregiudizi e maldicenze dettate da ignoranza e pensiero lobotizzato.
E’ stato quasi divertente pensare a una qualsiasi cosa sentita dire a riguardo e poi vedere che la realtà fosse quasi sempre l’opposto.
IL PRIMO CONTATTO
Il checkin per il volo Air Korio per Pyongyang è in un gate quasi isolato dell’aeroporto di Pechino.
Le persone in fila sono probabilmente tra le più curiose del mondo.
Ci guardiamo sorridendo, come se ognuno di noi si sentisse parte di un viaggio particolare, diverso da tutti gli altri.
L’interno dell’aereo Ilyushin Il-62 fa tornare subito ai sovietici anni ’60 ma il personale di bordo e il menu servito è sicuramente in linea con le altre compagnie aeree.
Dopo circa 2 ore di volo, atterro a Pyongyang. Sono in Korea del Nord.
I bagagli in stiva vengono puliti prima di essere delicatamente appoggiati nel nastro trasportatore.
I vari gruppi, in base all’agenzia scelta e alla lingua, sono già formati e quindi non resta che raggiungere la propria guida.
Il cellulare deve essere lasciato alla sicurezza aeroportuale che lo sigillerà in una busta rilasciando il numero corrispondente, per ritirarlo al momento della partenza. Per qualcuno potrebbe essere un incubo, per altri, come me, un sollievo.
Dopo il controllo bagagli salgo nel pullmino da 15 posti che ci porterà in lungo e largo questi giorni.
Mister Kim e Miss Ha saranno le nostre guide “personali”. Parlano un inglese perfetto e ci spiegano subito che loro sono i nostri responsabili e qualsiasi cosa dovrà essere concordata con loro.
La cosa che lascia subito sorpresi è il continuo riferimento alla Korea, non alla Korea del Nord. Chiedo il perchè e la risposta è ancora più sorprendente “per noi la Korea è una, non abbiamo niente contro i nostri fratelli del Sud, parliamo la stessa lingua e abbiamo lo stesso sangue. Il problema sono gli Stati Uniti”.
Non avrei mai pensato di sentire queste parole.
Itinerario consigliato:
- Pyongyang
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