Tonga
Spesso si parla solo
in modo dispregiativo
di “turismo animale”.
Venire qui a nuotare con le balene
significa anche aiutare le comunità locali
a non cedere ai cacciatori.
E le balene continuano a vivere.
Spesso si parla solo
in modo dispregiativo
di “turismo animale”.
Venire qui a nuotare con le balene
significa anche aiutare le comunità locali
a non cedere ai cacciatori.
E le balene continuano a vivere.
Questo sito ha un legame fortissimo con l’Oceania.
Mi è capitato tante volte di far ruotare velocemente il mappamondo per poi fermarlo con un dito.
Per qualche strano motivo (forse semplicemente per statistica, dato che il pianeta blu è coperto per circa il 70% dall’acqua) spesso il dito finisce in mezzo all’Oceano Atlantico o all’Oceano Pacifico.
Guardando meglio, può capitare di “toccare il suolo” di un’isoletta/atollo di cui non si conosce neanche l’esistenza.
Ho deciso così di andare in alcune nazioni dell’Oceania.
La parte più difficile dell’organizzazione di un viaggio in questa parte di mondo, soprattutto per chi ha poco tempo e molta curiosità, è scegliere dove andare.
Sono infatti centinaia le isole che compongono le circa 25 Nazioni che si possono visitare in quest’area, occupante quasi un terzo della superficie terrestre.
Io ho scritto prima l’elenco di tutte le Nazioni e mi sono informato sui motivi che mi avrebbero potuto convincere ad andare. Poi ho quindi assegnato delle preferenze e iniziato a ridurre la lista, sino ad arrivare a quasi un terzo.
A questo punto ho iniziato a cercare tutte le possibili combinazioni aeree.
Il Regno di Tonga è diventata una tappa certa appena ho scoperto che è uno dei pochissimi posti al mondo in cui è possibile nuotare con le balene.
Ultimo regno della Polinesia, il più piccolo del mondo, è un arcipelago di circa 170 isole (alcune emergono a seguito di eruzioni sottomarine, altre vengono sommerse dall’oceano) quasi a metà strada tra Nuova Zelanda e Hawaii, dove vivono appena 100.000 persone.
Il mio viaggio in Oceania mi ha portato anche alle Isole Fiji, Vanuatu, Tuvalu, Isole Cook e Nuova Zelanda.
L’ Aeroporto Internazionale di Fuaʻamotu, a 20 chilometri da Nukuʻalofa, è l’hub principale del trasporto aereo tongano.
Ci sono collegamenti quotidiani con le Isole Fiji (Nadi e Suva con Fiji Airways) e Nuova Zelanda (Auckland con Air New Zealand).
La compagnia locale Real Tonga unisce le isole del regno con le Isole Fiji.
È però frequente che i voli vengano annullati o che ci siano significative variazioni di orario, anche poche ore prima della partenza.
Non ci sono autobus pubblici che collegano l’aeroporto con la città ma gli hotel e gli ostelli provvedono ai taxi riservati o condivisi.
Per la legge tongana, l’aeroporto è chiuso la domenica.
La stazione centrale degli autobus si trova lungo Vuna Road.
I servizi sono gestiti dai privati ma le tariffe sono imposte dal governo.
Gli autisti decidono gli orari e capita che le fermate siano “a chiamata”.
Nel senso che si telefona l’autista e gli si chiede a che ora arriverà l’autobus…
A Tonga non ci sono nè ferrovie nè tram.
Il porto di Nukuʻalofa è l’unico porto di acque profonde dell’isola.
Il molo numero 42 è utilizzato dai pescatori e dai traghetti tra le isole.
Di solito ci sono due collegamenti giornalieri per Eua e due alla settimana per Haʻapai e Vavaʻu.
Alcuni proprietari di barche private forniscono servizi per isole minori come Nomuka e Eueiki.
Durante il periodo che va da luglio a ottobre circa, le megattere lasciano l’Antartide e migrano nelle calde e tranquille acque di Tonga a riprodursi, partorire i loro cuccioli, svezzarli e poi ripartire con calma verso il Polo Sud.
In questi mesi nell’arcipelago si può vivere l’incredibile esperienza di nuotare con le balene.
Non mi sono mai piaciuti circhi, zoo e acquari ma viaggiando è aumentata la mia voglia di vedere gli animali liberi nel loro habitat.
Nuotare con le balene rientra probabilmente in quello che viene dispregiativamente chiamato “turismo animale“.
Mi sono informato su quanto sia etica quest’attività: i pensieri a riguardo sono ovviamente opposti e contrastanti ma secondo me gli aspetti positivi per le balene sono maggiori rispetto ai danni che si potrebbero causare.
Bisogna pensare che gli stranieri che vengono qui per il “whale whatching estremo“, garantiscono le entrate necessarie a molti Tongani.
La comunità locale vive grazie alle balene e ha tutto l’interesse di portare avanti ogni decisione che consenta alle megattere di frequentare questi mari.
L’alternativa per loro sarebbe cedere alle pressioni dei tanti cacciatori di balene, che offrono guadagni anche maggiori.
La caccia commerciale alle balene è vietata nella maggior parte dei Paesi, ma altri continuano indisturbati, mettendole a rischio.
Sono proprio questi ultimi, Giappone in testa, a chiedere costantemente a Tonga ed altre isole del Pacifico l’autorizzazione per cacciare le balene nelle loro acque.
Se le balene si estinguessero (o scegliessero acque più tranquille per la loro sopravvivenza) l’economia di Tonga perderebbe sia il sostegno del turismo sia quello dei cacciatori.
Tonga è diventata una meta del mio viaggio in Oceania proprio per realizzare il sogno di vedere le balene da vicino.
Essendo la motivazione che spinge qui la maggior parte dei viaggiatori e turisti stranieri, tutti gli hotel e gli ostelli (ma anche qualche bar e ristorante) hanno proposte a riguardo.
Il mio consiglio è di recarsi direttamente al porto e parlare con le varie barche.
I prezzi sono più o meno tutti simili (da € 200,00 in su), così come la durata dell’escursione (dalla prima mattina al pomeriggio) e il pranzo incluso.
L’aspetto fondamentale da considerare è però la grandezza della barca.
Le regole sono infatti molto rigide e stringenti: solo una barca alla volta, quella che le vede per primo, si può avvicinare alle balene, con i motori al minimo e fermandosi ad una distanza di almeno 300 metri.
A quel punto, massimo 4 persone possono entrare in acqua e nuotare velocemente per raggiungerle ma stando sempre a qualche metro di distanza.
Se la curiosità, soprattutto del cucciolo, le facesse avvicinare troppo, allora bisogna allontanarsi. Purtroppo, è sempre meglio che non si abitui alla presenza dell’uomo e non si fidi mai di lui.
Per vivere al meglio questa esperienza è fondamentale salire su una barca piccola e non su una grande.
Se si scegliesse una barca da 20 persone in su, sicuramente si risparmia qualcosa, ma si rischia di non riuscire a nuotare con le balene.
Entrando in acqua per primi si ha quasi la certezza di avvicinarsi alle balene ma, allo stesso tempo, non ci si può trattenere tanto per dare il cambio alle altre persone a bordo.
Se invece si è tra gli ultimi della fila, è grande il rischio che le balene si spostino prima che ci si sia tuffati.
Ecco perchè sono stato felice della scelta fatta con l’agenzia Taufatahi Charters.
La barca da 8 passeggeri (ma quel giorno eravamo solo 5) mi ha permesso di restare in acqua quasi un’ora, a circa 3 metri di distanza dalle balene.
Vederle da vicino e sentire il canto delle balene è stata un’esperienza meravigliosa, anche se non le ho viste saltare.
In realtà quand’ero in acqua ne ho visto arrivare velocemente una dall’abisso, probabilmente il maschio, ma ho dovuto pensare più a spostarmi per non essere travolto che a stare fermo ad ammirare il suo salto!
Sarà per un’altra volta…
La polverosa capitale del Regno di Tonga, che in lingua locale significa “casa dell’amore”, è situata nella parte settentrionale dell’isola di Tongatapu.
Qui arrivò il 10 giugno 1777 il capitano britannico James Cook.
Nel lungomare si trova il Palazzo Reale, costruito in stile vittoriano in Nuova Zelanda e poi trasportato sull’isola nel 1867.
Nei dintorni c’è il parco Pangao Si’i, all’interno del quale si trovano le tombe di tutti i reali di Tonga e dei loro parenti.
Entrambi i luoghi sono inaccessibili al pubblico ma comunque visibili dalla strada.
Nel XIX° secolo, grazie all’appoggio del re Tupou, Nuku’alofa divenne il principale centro della cristianità a Tonga.
Oggi il 99% dei Tongani è Cristiano, alcuni di loro, come il re, seguono la Chiesa metodista.
La Basilica di Sant’Antonio da Padova e la Chiesa metodista Centennial Church sono i simboli della religione tongana.
In quest’ultima chiesa è spesso possibile incontrare i sovrani in occasione delle funzioni domenicali.
La domenica è il giorno del Signore, è fatta per riposarsi e per pregare, quindi è tutto chiuso, tranne le chiese.
E per tutto intendo proprio tutto: bar, ristoranti, banche, reception degli hotel, taxi, musei, tour per nuotare con le balene e persino l’aeroporto.
L’unica cosa che sono riuscito a trovare è una barca che mi ha portato in un atollo vicino.
L’escursione include il pranzo e costa circa € 20,00 adulti, € 10,00 per ragazzi 12-15 anni, € 5,00 sotto i 12 anni.
L’isola è tranquilla, i fondali ricchi di pesci e il pranzo buono e abbondante.
Insomma, è un buon modo per trascorrere la domenica.